Chiedere aiuto e andare in psicoterapia
- Giulia Checcucci

- 5 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Due parole ai nuovi pazienti
La vita può essere migliorata, il cammino a volte è difficile e in salita, ma con una mano tesa che ti accompagna, tutto può essere più semplice.
Ci sono momenti in cui la vita può sembrare piena di ostacoli, densa di ricordi spesso spiacevoli, ma è solo affrontandoli che se ne può uscire, trasformando un sapore spiacevole in uno più piacevole e digeribile.
Psicoterapia significa spazio di apertura, riposo, allenamento, sfogo, trasformazione, cambiamento, accettazione, perdono, compassione, allegria, gioia e tanto altro.
Amo il mio lavoro e mettermi in gioco ogni volta; io per prima sono stata in terapia, ho sofferto, e so cosa significhi mettersi in discussione, trasformarsi, cambiare prospettiva e punti di vista.
Per questo posso trasmettere l’amore per il cambiamento, la possibilità di poter guardare il bicchiere mezzo pieno, compiendo quel piccolo grande sforzo per essere un po’ più ottimista, nonostante ricordi ed esperienze non sempre piacevoli e un bel po’ di dolore.
Come dice Rainer Maria Rilke, grande poeta e scrittore, nel suo libro “Lettere a un giovane poeta”, “E se vi debbo dire ancora una cosa, è questa: non crediate che colui, che tenta di confortarvi, viva senza fatica in mezzo alle parole semplici e calme, che qualche volta vi fanno bene.
La sua vita reca molta fatica e tristezza e resta lontana dietro a loro. Ma, forse altrimenti, egli non avrebbe potuto trovare quelle parole.”
Non faccio promesse che non posso mantenere perché siamo in due a lavorare ed a puntare verso un obiettivo. Posso solo assicurare la mia presenza attenta ed accogliente, empatica e costruttiva, creativa e fantasiosa. Purtroppo ancora nessuno mi ha dotata di bacchetta magica, ma ho tanta competenza, esperienza, anzianità di attività ed impegno, voglia di lavorare e aiutare le persone a migliorare la qualità della loro vita.
Non posso promettere che raggiungeremo gli obiettivi fissati in un certo periodo di tempo perché non so quanto ce ne vorrà. So solo che il mio impegno sarà al massimo e se lo sarà anche il tuo raggiungeremo presto il nostro traguardo. Possiamo lavorare insieme ma solo se tu hai voglia, perché io da sola non posso e non voglio fare niente. Solo insieme possiamo raggiungere la meta!
Fare un percorso di psicoterapia è passare dal sostegno all’autosostegno, un po’ come nel rapporto tra genitori e figli. All’inizio il genitore sostiene, guida, educa, poi, piano piano lascia andare, in modo che il figlio cresca indipendente ed autonomo, permettendogli anche di fare errori, cascare, rialzarsi, sperimentare.
In psicoterapia è un po’ così: io ci sono, ascolto, rimando ciò che sento, ti aiuto a trasformare, cambiare, ma non ti dirò cosa fare o ti darò consigli, anche se mi rendo conto che, forse, stai sbagliando e ti stai facendo del male.
Dovrai imparare, dalla tua esperienza, cosa vuoi da te e dalla tua vita.
Semmai, potrò parlarti della mia esperienza, di ciò che è stato per me scoprirmi, entrare in contatto con me stessa, fare errori, cadere e rialzarmi, ma solo come qualcosa che ti serva per sentire se ti risuona o no.
E poi ti aiuterò a rivedere da dove vieni, quali siano le tue radici, perché autonomia ed indipendenza devono avere basi solide; per questo dovrai imparare ad avere i piedi ben piantati per terra, un po’ come un albero che ha delle grosse radici per cui, anche se arriva la tempesta, perderà un po’ di foglie ma non verrà sradicato.
Io ci sono, e tu?
Giulia Checcucci




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