Non solo psicoterapeuta

Da un po’ di tempo a questa parte sta emergendo di nuovo la mia anima di artista, iniziata a svilupparsi fin dall’infanzia per poi affermarsi sempre di più negli anni 70, quando facevo l’Istituto d’Arte e poi l’Accademia di Belle Arti.

Da quegli anni, tanto tempo è passato, tanti avvenimenti che hanno cambiato il mio primo amore, che mi vedeva, bimbetta, sempre con un lapissino in mano, i pennelli, il grembiule sempre pieno di colori, come le mie mani e il mio viso, tanto che la mia mamma si dannava nel non riuscire a farmi stare pulita e mi chiedeva sempre “Giulina, ma è possibile che tu dipinga con il viso”?

Il fatto era che con in mano dei colori, dimenticavo di non toccarmi, quindi mi sporcavo, ma questo non mi interessava assolutamente.

Il gusto dello sporcarsi con i colori, con la creta, con vari materiali, assaporando il piacere del tocco della materia, come ad esempio i colori ad olio, non mi è mai passata, si è solo assopita, per lasciare spazio allo studio della psiche, delle persone e della loro personalità, dell’imponderabile che abita ciascuno di noi, e della piacevolezza nello scoprire l’altro diverso da me.

Oggi, a quasi 63 anni, riscopro il piacere di riprendere un lapis in mano, sentire il polso che si scioglie, il tratto che si fa lieve mano a mano che lavoro.

Riassaporo il piacere di colorare, creare, prendere un pezzo di argilla informe, ma così duttile tra le mie mani e plasmare, togliere, aggiungere, fino al risultato finale.

Lo guardo e sì, sono soddisfatta, incredula di avere fatto qualcosa che mi piace e mi dà soddisfazione.

In definitiva anche la psicoterapia è una forma di arte e l’arte può essere molto terapeutica perché aiuta ad esprimere emozioni, a mettere i colori al posto delle parole, a trasformare un gesto in un tratto di matita.

E la psicoterapia è un’arte nel senso che nella relazione Io-Tu, posso intessere una trama colorata, disegnare per spiegare, ideare un intervento che aiuti la persona ad entrare in contatto con se stessa, con fantasia e creatività, come se stessimo creando un’opera d’arte.

Sì, un’opera d’arte che è la vita, con i suoi colori, le sue sfumature, i tratti in bianco e nero, a volte più nero del nero, a volte con immacolata percezione del vuoto e del pieno che si colora, si articola tra dire e fare, a volte, anche sognare.

Ecco perché mi sento “non solo psicoterapeuta”, ma anche persona, donna, artista.

Giulia Checcucci